sabato 5 dicembre 2009

Barca della morte

Non so cosa dire o spiegare, solo che io sono una di quelle persone che attraversano il mare per arrivare in Europa. Al mio paese c'è tutto, il mio paese è un paradiso, ma c'è gente che non fa il proprio dovere come dovrebbe per dare lavoro alle persone.
Ho studiato come tante persone del mio paese, per essere qualcosa al mio paese, ma dopo non ho trovato niente.
E' duro piangere senza lacrime, come è duro andare senza tornare, sentire il male da soli, vivere senza parlare, vivere dentro se stessi da soli, vivere aspettando la morte.
Non so cosa dire o spiegare, solo che io preferisco dare il mio corpo ai pesci del mare che lasciarlo ai vermi della terra.
Ti saluto mamma mia, io vado senza tornare, non mi aspettare alla festa.
Io so che non torno, ma per favore non dimenticarti mai di me, a quando ci sarà la festa non piangere.
Mi dispiace per voi, papa e mamma, voi avete fatto tanto per me.
Ho studiato tanto, vorrei fare qualcosa, ma al mio paese non trovo quel che cerco.

3 commenti:

  1. la soluzione non è cercare qualcosa che già c'è, qualcosa che altri hanno costruito (l'Europa, l'America ecc.). Il vero reale problema è avere idee tanto nuove o copiate, da costruire qualcosa di effettivamente nuovo dove non c'è nulla.
    La sfida è coltivare ortaggi nel deserto non piantare alberi nella foresta.
    La sfida è in Marocco non in Italia

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  2. Il fatto è che anche in Italia la situazione non cambia di molto. Gli italiani sono abituati al posto fisso e qui invece bisogna creare lavoro. La differenza è solo che in occidente uno può rischiare di mettersi in proprio, cercare di non pagare le tasse e evadere il fisco, tanto poi una qualche sanatoria per tutto salta sempre fuori.

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  3. studenti (diplomati e laureati a spasso ce ne sono anche qui e molti e poi ci sono tutti quelli che perdono il lavoro, i precari e i sottopagati e schiavizzati dalle regole dei governi liberisti.

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